Listening Club (recensioni musica metal, rock e altro)

sick of it all - death to tyrants

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mikaelsh
view post Posted on 28/12/2008, 14:57




quello dei bad religion lo si chiama hardcore giusto perchè è praticamente il nome che ha preso il punk in america....comunque si è la versione melodica che è molto tipica della california......mentre la versione newyorkese è violenza pura! :D

CITAZIONE
Nei momenti più pesanti si avvicina al metal , che poi se non ricordo male il grind ha preso origine proprio dall'hardcore.

bhe ricorda il metal perchè:
-il thrash metal è nato anche dall'hardcore
-il nu metal (impropriamente definito metal) ha preso degli spunti dall'hardcore
-il nu metal con più spunti hardcore è stato chiamato metalcore (così è nato quest'altro genere che metal non è), in particolare il metalcore è strettamente legato all'hardcore newyorkese
-il grind è nato proprio dall'hardcore violento e NON é MAI DIVENUTO PARTE DEL METAL

Edited by mikaelsh - 28/12/2008, 15:30
 
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mikaelsh
view post Posted on 28/12/2008, 15:51




SICK OF IT ALL - DEATH TO TYRANTS
imponente, massicio e violento, i primi aggettivi che mi vengono per descrivere quest'album. Fin dalla copertina e dalle prime note si notano queste caratteristiche. La violenza è parte fondamentale dei sick of it all, straight edge convinti, con 20 anni di attività alle spalle e cresciuti per le strade di una new york degli anni 80 si sono creati un carattere e una forza senza pari. Ma lasciamo da parte il gruppo e parliamo di quest'album, “death to tyrants” è un lavoro del 2006 (il più recente per ora), il primo dopo il distacco dalla “fat wreck chords”, un album con una carica aggressiva senza eguali, le chitarre sono piene e dure, la batteria non è costante come nell'HC degli anni 80, i pezzi risultano però vari, nell'album troviamo infatti da momenti più lenti e ritmati (“machete”), a parti più veloci e cariche di rabbia (“leader”), a brani “corali” senza far mancare momenti al limite del melodico come “die alone”. I cori sono fondamentali, e soprattutto nei live mostrano l'unità del popolo che segue questi generi. I testi trattano le classiche tematiche di ribellione contro il marcio che aleggia nella società americana dalle strade ai palazzi del potere (lo stesso titolo dell'album fa capire tutto).
Non ci sono pezzi sbagliati, sono tutti perfetti, bilanciati per bene all'interno dell'album e al loro interno. Ogni pezzo è un calcio in faccia o un pugno nello stomaco, la violenza della strada riversata sotto forma di canzoni, i pezzi migliori probabilmente sono “die alone” e “uprising nation”. Se le sonorità magari non sono più puramente le primissime dell'HC newyorkese anni 80 questo è comunque un'ottimo lavoro che ne contiene perfettamente lo spirito.
Concludo augurando ai sick of it all altri 20 anni di carriera come questa, voto: 9-
 
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16 replies since 22/12/2008, 02:26   180 views
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