DEATH – THE SOUND OF PERSEVERANCE
mi cimento in questa recensione anche se non ho mai apprezzato il death più di tanto. Il gruppo è sicuramente uno dei più importanti per la scena death, agli inizi per aver contribuito a darne il via, e più avanti per aver innovato le sonorità. L'apertura dell'album è subito di forte impatto difatti la prima traccia (“scavenger of human sorrow”) si delinea subito con tratti veloci e tecnici che caratterizzano il suono dell'intero album. Tra i momenti migliori dell'album troviamo “spirit crusher” col suo incedere più lento e cadenzato rispetto ad altri brani, “flesh and the power it holds”
al contrario per la sua velocità e aggressività (ascoltandola ho notato cosa tentassero di copiare anni fa i cradle of filth) e la splendida cover di “painkiller”. L'importanza di quest'album è abbastanza chiara oltretutto a livello personale lo preferisco ad altri lavori death che ho sentito, infatti questo riesco a sentirlo tutto senza stancarmi, quindi credo che un
8 e mezzo come voto sia giusto.
CITAZIONE
il cantato ruvido e pesante è ancora riconducibile alle analogie del thrash
non proprio...i death hanno usato sempre voci derivanti direttamente dal thrash ma questa è forse quella che lo è di meno, questa è un'estremizzazione dell'urlo, è ruvida si ma è anche "stridula", qui è stata superata ciò che era la voce thrash per sconfinare in altri campi, in un periodo in cui il growl si era gia creato oltretutto
CITAZIONE
Un album sicuramente fondamentale per la scena che si veniva a delineare in quegli anni
mi sa proprio di no..... in quegli anni (nel 98) il death era gia bello che fatto, come gruppo sono tra i primi quello si ma come album non è da porsi nella scena che si delineava...