| C'erano una volta gli anni 80, anni in cui si giocava con il look, con le rozze melodie, periodo di grandi debutti e pazzie. Forse da un album come State of Our Union ci si aspetta un qualcosa che percorre le stesse traiettorie del suo decennio, ma qui c'è un ritorno al passato; si fa spazio ad un Rock puro, semplice, con radici Country. Si percepisce una sorta di immersione negli anni 60, data la semplicità delle chitarre, degli strumenti in generale. Persino la voce riporta indietro nel tempo, ovvio che è difficile, se non impossibile, convincersi a datare questo disco al 1985, risulta complicato anche per me. La tradizione si accosta al leggero scorrere dei brani, alcuni dei quali presentano anche scie di modernità (più ricollocabili all'anno d'uscita dell'album), come "Years Long Ago". Rilassante la cullante batteria, che mai risulta indiscreta. Io, essendo amante di tali sonorità, non posso non elogiare questa gran riuscita dei The Long Ryders. Un viaggio nel passato lo regalano al 100%. Per i non appassionati, potrebbe risultare difficile reggere tutti i pezzi fino alla fine.Così com'è catastrofico per me ascoltare un album per intero dei Bauhaus! Ero un po' indecisa sul voto, ho considerato anche i testi e la facilità con cui li ho ascoltati. C'è molta contaminazione di gruppi degli anni 60/70, però sono state sfruttate nel miglior modo tali influenze. Voto: 7,5
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