Pochi brani, ma intensamente penetranti, danno vita a
Souvenirs D’un Autre Monde, disco particolarmente bello e delicato.
Si fondono sonorità oscure, accattivanti..lentamente si mescolano oscurità e luce, gelo e immenso calore..Le estremità per eccellenza compongono ogni singola nota, senza mai apparire fuori luogo.
Le chitarre, imperterrite, scivolano senza mai incontrare ostacoli;
la voce, che si adegua al cullare delle note, è limpida, dolce, leggera, ricorda il posarsi di una farfalla su una foglia.
L'atmosfera che si viene a creare è indescrivibile: la mente è libera di esplorare gli apici, gli estremi.
La mescolanza di generi è riuscita, si.
Si notano tocchi di varie correnti e influenze ben sfruttate.
Dal Rock al Pop, dal Black Metal al Doom.
Ogni caratteristica si aggrappa ad un tipo di musicalità.
La durata delle tracce è intensa, però non stanca, nonostante quella pesantezza che ogni tanto si affaccia per poi rientrare, e poi risbucare ancora..
La chitarra elettrica si accompagna lievemente e meravigliosamente agli arpeggi di infinita melodicità.
Ciel Errant è, secondo me, uno dei pezzi più belli, sia per quanto riguarda l'inquadratura musicale, sia per la posa vocale.
Non posso dare un parere per quanto riguarda l'artista, Alcest, perché non sono informata a dovere sulla sua carriera musicale, però,
Souvenirs D’un Autre Monde spicca anche tra mille arcobaleni, diffondendo la luce dei suoi colori più lucenti.
Ricordare, ricordare, ricordare..e ancora ricordare con malinconia gli eventi passati; tutto ruota intorno alla memoria, ai ricordi, alle cose vissute e lasciate indietro..
Molto poetico il mondo disegnato dalle chitarre, dalla batteria..dalla voce.
L'ascolto è consigliato a tutti.
Alla fine, tutti possediamo un angolo di pucciosità nella nostra vita.
Troppo tenero per consigliarlo al mondo intero? Certo che no;
quest'album sfiora i più svariati punti dell'indole umana.
Mi sono prolungata più del previsto..
..è che sono rimasta stupita anche dalle tematiche
e dalla delicatezza dei testi.
Voto:
9