Listening Club (recensioni musica metal, rock e altro)

Public Image Ltd. - First Issue

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Daedal
view post Posted on 18/11/2008, 12:24




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PUBLIC IMAGE LTD.
FIRST ISSUE
Virgin, 1978
Prodotto dai Public Image Ltd.

John Lydon - Voce
Keith Levene - Chitarra
Jah Wobble - Basso, Voce
Jim Walker - Batteria

1. THEME
2. RELIGION I
3. RELIGION II
4. ANNALISA
5. PUBLIC IMAGE
6. LOW LIFE
7. ATTACK
8. FODDERSTOMPF



Personaggio troppo ingombrante anche per quel concentrato di esplosività e ribellione che erano i Sex Pistols, John Lydon (ex Rotten) abbandona il gruppo quando ancora l’ondata punk è viva e vegeta: per primo intuisce infatti la rapidità del fenomeno che lui stesso ha contribuito a creare, e decide di perseverare nella sperimentazione musicale, lui tutt’altro che musicista d’accademia. I Public Image Ltd sono un’evoluzione naturale dei Sex Pistols, conservando il gusto critico del cantante e la sporcizia dei suoni, esplorando però un suono meno glamour e accattivante, decisamente più disturbato e studiato. Per rilasciare il primo album dei PiL, Lydon si avvale della collaborazione dell’ex Clash Keith Levene, del batterista Jim Walker e dell’ex compagno di scorribande criminali Jah Wobble.

L’opener Theme lancia un solo messaggio: benvenuti nel post-punk. Antitesi di canzone, con la chitarra che frigge e sfrigola in contrasto con la ritmica cadenzata e marmorea, la prima traccia pesca a piene mani nel rumore puro e nella psichedelica estrema, esasperando il concetto prettamente punk di non-bello. Le sonorità sono oscure e la voce di Lydon vaga urlante per tutti i nove minuti, descrivendo un malato e schizofrenico compendio di quelle che saranno le scelte goth-dark. Il punk pulsa ancora sulla scena musicale mondiale, ma l’immediatezza anarcoide dei Pistols non potrebbe essere più lontana in questo momento.

La doppietta di Religion affronta in maniera molto diretta e critica il Cristianesimo (Lydon è figlio di immigranti cattolici irlandesi): se la prima parte è recitata come un salmo blasfemo e meccanico, la seconda spalma lo stesso testo su un riff punk rock al cloroformio, rallentato ma penetrante. La ripetitività da catena di montaggio della canzone rende un nuovo concetto di psichedelica, se vogliamo antenato di una certa fetta di industrial. Ovviamente non mancano inserti di un pianoforte straziato, giusto per continuare nell’opera di distruzione scientifica della musica, mentre la marcia di Religion si trascina nel gorgo da cui provengono gli strali del caro Johnny.

Annalisa
viaggia su binari più tradizionali, ovvero un bel giro di basso e una chitarra aggressiva e intrigante. Lydon innesta i suoi canti da muezzin sguaiato su un ossessivo percorso che del punk ha sicuramente molto, ma srotolato e allungato per l’occasione. La voce dal fondo del pozzo non inganni: Public Image è puro punk Sex Pistols. Le atmosfere sono lievemente più cupe, più post-atomiche se vogliamo, e Levene si permette anche un assolino, ma su Never Mind The Bollocks la canzone ci sarebbe stata a puntino. Di certo, uno dei pezzi più immediati e “piacevoli” del disco. Low Life invece sa talmente tanto di garage che sembra di percepire il sudore provocato dal suonare in un ambiente troppo stretto: pezzo che denota evidenti origini punk, ha in primo piano il basso di Wobble che, nella mistura con la chitarra acuta e ripetitiva, rende quella che ormai è una familiare e avveniristica (per l’epoca) atmosfera gotico-metropolitana.

Attack spoglia la già scarna canzone punk rock e la rende scheletrica e spettrale: rimangono vuoti, aloni e fantasmi rabbiosi aleggianti attorno al solito riff martellante. La tecnica della desertificazione della musica, privandola di tutti gli orpelli sarà ripresa moltissimo da tutto il filone post-punk, anche se con riletture diverse (citofonare in casa Cure).
Ha sapori dub-acidi invece Fodderstompf, esplorando il terreno un anno abbondante prima di London Calling dei Clash, visto come pietra miliare per la commistione di generi. E’ la voce di Jah Wobble a dirigere le danze in questo pezzo, psichicamente instabile e ondeggiante in spire deliranti di suoni alieni. Il groove schizoide da discoteca di un manicomio chiude, spiazzando ancora, la prima opera su vinile dei Public Image Ltd.

La prima uscita dei PiL riprende evidentemente la traccia dei Sex Pistols, elaborandola e stravolgendola.
Ogni singolo elemento contiene rabbia e ripetizione, per rendere il tutto decisamente alienante e stordente. L’ascolto di First Issue è difficile e provante: il disco può essere irritante, cacofonico e brutale, ma scavando attentamente sotto la superficie volutamente repellente creata da Lydon si possono scoprire piccole gemme sonore di scarna oscurità e di programmatica follia, basilari per quello che sarà lo sviluppo sonoro della scena pop rock anni ‘80.

VOTO: 6,5



Edited by Daedal - 18/11/2008, 21:24
 
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porzioo
view post Posted on 20/11/2008, 16:34




Un disco di cui non è facile parlare per un neofita del punk e le sue derivazioni perciò non scenderò molto nello specifico. Diciamo che del punk ci sento le chiatarre, distorte e che eseguono riff semplici ripetutamente e la voce volutamente stonata anche se credo che qui si miri a creare un effetto molto più disarmonico e malato. Ci sono alcuni punti in cui penso alla dark wave, in particolare l'effetto della voce ribassata in Religion II e Attack. Fra tutti il pezzo che più mi ha colpito è la opener track per il suono allucinatorio, malato e per la voce straziata. Non capisco invece il senso del finale Fodderstomp.
Non conosco la portata storica di questo disco ma credo che rispecchi bene il clima di passaggio dal punk anni 70 alle derivazioni che arriveranno subito dopo ( infatti è del 78 ) e do 7
 
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view post Posted on 20/11/2008, 21:49
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La prima volta che ho sentito parlare di loro mi dissi "và, quel coglione di johnny rotten". li ho ascoltati con mezzo orecchio.
poi ho sentito albatross, su second edition. e lì è scattato qualcosa. però... mmm... poco interesse comunque. a parte albatross che l'ho ascoltata riascoltata riascoltata e ancora riascoltata *_*
Qua comunque c'entra poco.... manco troppo poco, però.
Li ascolti.. hanno questo basso da primo piano, che li fa assimilare quasi più a un gruppo dark new wave che punk (sottile così sottiiiile la linea che divide questi due generi fratelli)
La musica non è niente di complicato, nè troppo elaborato, come in ogni opera punk che si rispetti :D
La lunghezza delle tracce ( ben 4 sono sopra i 6 minuti o quasi) ci permette prò di discostarci dalla categoria punk, che di solito, per dirla parafrasando i ramones, sforna blitzkrieg bop :) canzoni di un paio di minuti, scarne, rumorose, all'osso. Qui abbiamo invece una presenza se vogliamo più consapevole degli strumenti (vedi basso ahahah, vabbè, ironia con quel genialazzo musicale di sid vicious, x capirci>> qui sarebbe impensabile, il basso è la struttura portante di gran parte delle canzoni!)
Anyway, pur non ritenendo questo disco propriamente punk, ma sicuramente più ibrido (bè, siouxsie ci aveva visto bene... ma lo sapevate che lei aveva suonato nei sex pistols, o qualcosa del genere?)
religion I e II è... splendida! c'è quel suono assurdo nel canale sx. che sembro io quando gioco con la chitarra del mio ragazzo, suonando le corde sulla paletta, tra il capotasto e le meccaniche... :D dissonante, ahahah!

Alla fin fine mi sembra un lavoro interessante assai, con ottimi spunti ben realizzati, semplice e abbastanza grezzo, ibrido, decisamente più maturo dei pistols e con un senso.

voto. 6,5/10

Edited by Edfnl - 2/12/2008, 16:11
 
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Daedal
view post Posted on 20/11/2008, 22:03




Cmq Siouxsie era nel gruppo che girava attorno ai Pistols, e Sid Vicious ha "suonato" la batteria nella prima uscita dei Banshees.
 
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view post Posted on 20/11/2008, 22:35
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ahah si vero! io sapevo che siouxsie per un certo periodo suonò proprio con i pistols, o che comunque la sua prima apparizione ufficiale fu legata a loro!
sid sid :sick: pessimo, il ragazzo.
ottima scelta, ribadisco, caro daedal. mi hai dato l'occasione di ascoltare un gruppo che non ho mai approfondito ma mi potrebbe piacere abbastanza :)
 
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Daedal
view post Posted on 21/11/2008, 00:02




Grazie. Non volevo il solito gruppo punk... a volte sono un po' inascoltabili, però hanno buttato il seme per un genere di musica che adoro.
 
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HybridMoments
view post Posted on 23/11/2008, 23:41




Domani arriverà anche la mia recensione.
Mi scuso per il ritardo..poi proprio nella mia materia :D
 
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HybridMoments
view post Posted on 24/11/2008, 14:06




First Issue si getta sul mercato alla fine degli anni 70, 1978 per la precisione, sicuramente precursore della scena Post-Punk inglese, però, secondo me, non soddisfa a pieno l'udito appassionato di tale genere.
Il basso si fa protagonista, e, insieme alla disperata e straziante voce di John Lydon, governa su quest'angosciosa atmosfera che si viene a creare.
Troppa pesantezza nell'ascoltarlo, sia a livello vocale che strumentale.
Notevole la sclerata Punk che si attorciglia a note di immensa tensione.
Le tematiche sono interessanti e ricche di deliri, paure, sfogo, rabbia..
Ehm, Johnny.. Perché non non sei rimasto a casuccia?..
Salvo solo Public Image, che, secondo me, possiede tutte le caratteristiche per essere considerato Pezzo Precursore Post-Punk;
possiede la giusta tensione, le giuste distorsioni, la giusta melodia, senza appesantire l'anima.
Ehm, il caro Johnny ha tentato di riuscire a cambiare totalmente il suo essere, la sua musica, però questo disco avrebbe potuto fare benissimo a meno di alcune tracce (di troppo).
Non apprezzo questo genere di sonorità, ripeto, mi spiace per Public Image, che è veramente un'opera d'arte di brano.
CITAZIONE
Alla fin fine mi sembra un lavoro interessante assai, con ottimi spunti ben realizzati, semplice e abbastanza grezzo, ibrido, decisamente più maturo dei pistols e con un senso.

Considerarlo grezzo? ..Forse non ha saputo neppure essere grezzo come si deve! Sarebbe stato premiato altrimenti.

Voto: 4

 
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mikaelsh
view post Posted on 1/12/2008, 19:53




PUBLIC IMAGE LTD - FIRST ISSUE

album del 1978, primo della band, comincia a gettare le basi per quello che è il post punk assieme ad altri gruppi dello stesso periodo.
I pezzi presentano ancora caratteri tipici del punk come il suono ruvido, le voci sgraziate e una sorta di protesta di fondo nelle lyrics ma questa volta la musica è rallentata, ha meno impatto, sembra tutto quasi più maturo rispetto al passato puramente punk.
I pezzi musicalmente sono semplici e di facile ascolto, non annoiano ma non esaltano particolarmente, qua e la possiamo trovare i resti del passato “pistoliano” del cantante john lydon (pezzi come “low life” o “attack”) ma rivisti sotto una nuova ottica, pezzi atipici come “religion I”, un'invettiva parlata senza musica contro la religione cristiana, e “religion II” stesso testo della precedente ma questa volta cantato con un andamento abbastanza lento e cadenzato.
Album certamente non brillante ma con una certa rilevanza storica, probabilmente uno dei raccordi più importanti fra la prima ondata del punk degli anni 70 e il post punk vero e proprio che dominerà gli anni 80 con molte delle sue sfumature. Voto 6.5
 
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view post Posted on 2/12/2008, 16:10
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riascoltandolo di nuovo... penso che devo abbassare un po' il voto :P
(faTTO, da 7,5 a 6,5)
 
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HybridMoments
view post Posted on 2/12/2008, 16:28




(In effetti, avevi un po' esagerato)

:P
 
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10 replies since 18/11/2008, 12:24   123 views
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