Remain In Light è un disco abbastanza snervante e non facile da digerire.
Notiamo sin dall'inizio un'astuta mescolanza di generi, tra cui piccole scosse Funk attorcigliate ad un Rock leggero che quasi sembra scomparire..
Ogni strumento predica la sua parola con padronanza assoluta;
la batteria esercita pressione nel nostro udito sperduto e indeciso se seguire lei o quel picchiettante e imperterrito basso.
La voce a volte si schiera favorevole alla rasserenazione, altre volte si dichiara rabbiosa e scontrosa. Ed è questo che più rende indigeribile il disco;
questo continuo cambiamento d'umore, di pensieri, di idee..di note.
Compare qualche sensazione oscura che ci trasporta immediatamente in un altro spazio/luogo/tempo.
Remain In Light esce negli anni 80, e contiene un bel po' di filoni musicali dentro di sé, causando qualche lieve difficoltà nel porlo in un genere preciso.
Son rilevanti sonorità Post Punk/Funk/Rock/Pop.. Per carità, i generi son mescolati bene, ma quel che viene fuori lo digerisco a stento.
A me non è arrivato nulla. Suoni, solo suoni, e solo strumenti facili da scovare.
Arriva la limpidezza, la linearità sonora, ma tutto ciò giunge e si decompone in poco tempo.
A mio parere non rende molto questo miscuglio (anche se ben fatto).
I capolavori precedenti non son di gran lunga più appetitosi, né i successivi. Viaggian tutti sulla stessa barca più o meno, forse il disco in questione, essendo emerso puntualmente nel 1980, potrebbe far pensare al possedimento di particolari caratteristiche di quegli anni, ma in realtà tutto ciò che lo compone ci riporta indietro nel tempo e, volendo, anche in un lontano futuro.
Ciò dovrebbe cavalcare a suo favore, rendendolo "Album all'Avanguardia", ma ripeto, quei suoni arrivano e scompaiono, son freddi, insipidi.
A questo punto consiglio di ascoltare
Talking Heads: 77 della band, sicuramente più propenso a piacere, ma non più digeribile.
Voto:
4Boccio i Talking Heads.
Fucilatemi con cura.