| TVANGESTE - FIRESTORM
Album magnifico, spettacolare, perfetto in ogni suo dettaglio! Questa band russa iniziò la sua carriera con un album nel 2001 che non era niente di eccezionale; un Black sinfonico come tanti, ma solo 2 anni dopo - “Firestorm” risale al 2003 infatti - sono riusciti a produrre una perla di rara bellezza come quest’album. Infatti, consiglio di ascoltarvi, se vi capita, il primo album “Damnation Of Regiomontum” e valutare il salto di qualità fatto da questa band in brevissimo tempo. L’album si presenta come un Melodic Black Metal di tutto rispetto che riesce a fondere alla perfezione parti di puro Black con batteria in blast beat, chitarre taglienti ed uno scream da paura - merito tra l’altro di una donna! - a parti che non sfigurerebbero in un’opera lirica. Tocchi di pianoforte, archi e violini e voci liriche che creano un’atmosfera meravigliosa. Un’album che sa essere sontuoso, ma anche possente. Tutte le tracce sono caratterizzate da ampi ampi squarci di voce da soprano e di cori lirici; inoltre le partiture sinfoniche, e in particolare l’uso del violino solista, sono diventati una delle componenti fondamentali e di maggiore spicco del sound della band. Proprio su questi duetti tra la voce a metà tra il growl e lo scream di Miron e i cori lirici o la voce da soprano si basa buona parte del disco con risultati che a un primo ascolto non ho stentato a definire al limite dello straordinario! Tutto l’album è scorrevole, perfetto. Non un rallentamento, o una imperfezione vanno ad intaccare questo lavoro. Al contempo, è presente una grande varietà delle composizioni, dei passaggi, dei cambi di tempo e di stile, delle costruzioni musicali di cui questi brani sono letteralmente imbottiti. Qualcosa di talmente naturale, fluente, innovativo nella sua semplicità che oltre a lasciarmi veramente estasiato, mi ha fatto quasi urlare al miracolo.
Andando nei particolari si può dire che i due stili musicali si alternano, mischiando a volte cori e violini con una batteria incessante e un cantato in scream; mentre altre volte vanno avanti separati, con lunghi tratti solo sinfonici oppure momenti di solo Black Metal. La voce la trovo qualcosa di eccezionale, tanto più che è di una donna. Inoltre è caratterizzata da una dose di “cattiveria” ideale per la musica suonata dalla band. Le altre parti cantate si dividono fra le voci da soprano, magnifiche anch’esse (soprattutto, favolosa la parte poco dopo l’inizio della seconda traccia “Under The Black Raven’s Wings" e vari altri passaggi nel corso dell’album); la parte cantata dall’altra voce, però maschile, che si alterna o si fonde a quella della vocalist durante l’album e non mancano neppure parti narrate come all’inizio di “Birth Of The Hero” e alla fine dell’ultima track. Firestorm si apre con una intro, dove già compare il violino che accompagnerà tutta l’opera, per poi sfociare in un gracchiare di corvo che dà il via alla seconda traccia. Dopo arriva “Birth Of The Hero”, una delle mie tracce preferite che si conclude con una finale magnifico che unisce il coro lirico alla batteria martellante in sottofondo. E’ poi il turno di “Fire In Our Hearts” che scorre come le tracce precedenti con però alcuni passaggi sublimi che uniscono scream, tastiere ed archi in un crescendo che ti cattura, per arrivare poi a “Perkuno’s Flame”, la traccia migliore secondo me, che si apre con un cantato in scream da favola, per poi arrivare ad un lungo tratto solo sinfonico eseguito dagli archi. E’ poi il turno di “Godless Freedom”, con una parte finale molto ben fatta con batteria, archi e scream che per l’ennesima volta si fondono perfettamente. Si arriva poi alle ultime due tracce dell’album, “Storm” molto bella e “Tears Will Wash..." che è quella che meno mi convince nell’album; che nell’ultimo minuto, con la parte narrata, chiude il lavoro.
In conclusione direi che è un album eccezionale che unisce alla perfezione 2 stili di suonare diversi fra di loro, senza mai annoiare o risultare ripetitivo a mio parere; grazie a continui cambi nel corso dell’album che ti prende dal primo all’ultimo minuto e che riascolteresti più volte (almeno parlo per me!). Di difetti notevoli non ne trovo. Come uniche note ricordo che i temi affrontati riguardano la storia russa, gli dei (tutto gira attorno al mito di Perkuno, nominato più volte nel corso dell’opera), storie epiche, battaglie e questo genere di cose e che la band si è fatta aiutare da 2 orchestre sinfoniche per la registrazione di quest’album.
Direi che quindi, sia parlando oggettivamente che dal mio punto di vista merita un 10 !
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