HybridMoments |
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| Alice In Chains - Jar Of Flies Jar Of Flies, il mio disco prediletto degli Alice In Chains, il più “soffice” indubbiamente; ma tralasciamo la soggettività per il momento e proviamo ad analizzarlo da più punti di vista. 1994, viene “dato alla luce” un capolavoro capace di far fronte al lutto grungiano che si stava assaporando (si pensi alla morte del caro Kurt..). Con le sue atmosfere lineari e caute, l’album dipinge sullo scenario mondiale un paesaggio di imperturbabili note. Calma totale. Un Rock dai più pacati volti. Il silenzio dei Grunge. ..dove la chitarra acustica aleggia sovrana; ogni distorsione vocalica dell’eccelso Staley s’attacca al cuore, al corpo, all’orecchio, per mai più distanziarsene. Il principio si congiunge al finale tramite quella leggiadra ritmica di intenso spessore emotivo. Nutshell, l’anatema di Jar Of Flies; l’afflizione assoluta. Eccezionale traccia da non afferrare con superficialità; pezzo che va ripreso non due, tre, ma dieci, venti, infinite volte. In tutto il progetto è indiscutibile la presenza del tormento, dello strazio, del sofferto. Con piacere, vi invito a notare la lieve venatura Country presente in qualche angolo del disco, e non indifferente è l’accostamento della voce a questo tipo di sonorità. Un trionfo. Non pretendo da voi la sopportazione immediata di tali suoni e di tali patimenti; non è per nulla semplice respirare aria di “maltrattamento morale” per minuti, ore.. Non lo è. ..ma lasciamoci condurre dove le note desiderano.
Al termine ci ritroviamo attoniti, sciupati nell’animo e addestrati dal malessere, ma dentro di noi vi sarà una catastrofica tentazione di rivivere quel castigo. (Assicurato)
"Staley, ancora sento il tuo dolore."
Voto: 9 e mezzo If I can't be my own I'd feel better dead..
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