BLIND GUARDIAN - NIGHTFALL IN MIDDLE-EARTH
Una sola parola : sublime. Forse però un unico aggettivo non rende gloria a questo che è di fatto il capolavoro della band; anzi uno dei capolavori della musica in generale. Un lavoro che unisce dolore e rabbia, poesia ed epicità in un intreccio magnifico. "Nightfall In Middle-Earth" è però forse il lavoro più discusso della band. Schiere di fan lo adorano; altre lo disprezzano per un eccessivo allontanamento della band dalle sonorità di inizio carriera. C'è da dire però che erano già venuti altri album peggiori.
Questo album è anche, forse, uno dei migliori concept album mai realizzati, basato sul Sirmallion di J.R.R. Tolkien; un grandissimo tributo ad un'altrettanto grande opera. Tutta la struttura dell'album è quindi basata sull'alternarsi di tracce molti brevi (si parla di alcuni secondi) che presentano o brevi parti narrate o suoni di battaglia, a canzoni vere e proprie di 5-6 minuti. Lo scopo è quello di narrare tutta la vicenda, dalla guerra iniziale che da' il via al racconto, "War Of Wrath" appunto, fino al capitolo finale, attraverso tutte le vicende principali. Lo scopo è quello di calare l'ascoltatore nel racconto, nel furore della battaglia (Into The Storm), nel dolore della morte (Blood Tears). Scopo raggiunto alla perfezione, dato che ci si sente proprio trascinati da questo lavoro. La poesia del Sirmallion incontra le melodie maestose e cupe dei Blind Guardian; si procede in un crescendo di furore nella battaglia oscura per il Silmaril. Tutto il disco è un concentrato di potenza, melodia, epicità. L'apertura con Into The Storm è da paura; uno dei migliori pezzi di questa band; pezzo ricco di potenza e trascinante. Si arriva poi ad una traccia più nostalgica che forse è la migliore dell'album assieme a "Mirror Mirror" : "Nightfall". Velati cori femminili e flauti la contraddistinguono assieme a dolci melodie ed un ritornello corale favoloso. Si arriva poi ad un crescendo di combattimenti e lacrime - "The Curse of Feanor" e "Blood Tears" - che creano un percorso emotivo che porta direttamente alla già citata "Mirror Mirror". Eccelsa! Un riff nordico e tagliente, accompagnato da drumming di guerra, apre su una strofa veloce incisiva, strutturata su una metrica propria delle liriche, ma non per questo meno melodica. Il ritornello è impreziosito da uno scream appartenente alla strofa, che sconfina accostandosi al possente coro. La prestazione vocale è esaltante, quasi sicuramente la migliore che Hansi abbia mai offerto; l'assolo è altrettanto magnifico e la canzone si chiude con un arpeggio vibrante e maestoso. Sin dopo il primo impatto è impossibile non riascoltarla ancora ed ancora, sia singolarmente che in mezzo al concept. Deve essere ascoltata. Dopo arriva "Noldor" : decadente, gelida, nostalgica...quasi commovente. "Thorn" e "The Eldar" offrono altre prove capaci di suscitare lacrime. Epica nel suo furore, splendida nella sua complessità, "Tme Stands Still (At The Iron Hill)" è l'unica altra traccia in grado di competere con "Nightfall" e "Mirror Mirror". La batteria e la chitarra duettano in un inizio magico. La voce serpeggia prima in tonalità sottili e alte, per poi trasformarsi in un grido di disperazione. I cori, i magnifici arpeggi e la tecnica suprema, riportano con fedeltà la drammatica vicenda che il testo tratta : il duello fra Morghot e Fingolfin. Ancora un finale eccellente per una traccia incommentabilmente bella. (Per semplicità ho evitato tutte le tracce d'intermezzo! Ma anche gli intermezzi che collegano quasi tutte le tracce di questa opera riescono ad appassionare e a tenere in costante tensione l'ascoltatore)
Questo disco segna, quindi, la completa evoluzione del sound dei Blind Guardian, dall'iniziale e grezzo speed/power degli esordi a un metal che riesce ad essere diretto e aggressivo ma anche maestoso e melodico. E' qualcosa di più completo, qualcosa che fonde davvero alla perfezione il lavoro musicale e quello lirico. Un disco da avere, per chiunque.
Di conseguenza, non ci penso su due volte a dare 10
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